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  Cloramfenicolo e Tiamfenicolo

Generalità

Antibiotico batteriostatico ad ampio spettro d’azione, il cloramfenicolo, malgrado la sua tossicità ematica, continua ancora ad essere utilizzato nel trattamento di alcune gravi infezioni, grazie soprattutto alla sua diffusione tissutale molto buona ed alla sua penetrazione intracellulare. Viene impiegato nella terapia delle salmonellosi, delle meningiti purulente e degli ascessi cerebrali. Il tiamfenicolo, privo del rischio di aplasia midollare irreversibile essendo eliminato per via biliare ed urinaria sotto forma attiva, non metabolizzato, possiede indicazioni cliniche più ampie e tende di giorno in giorno a rimpiazzare il cloramfenicolo.

5.1 CLORAMFENICOLO                                                                                                                                                                                                 

Proprietà fisico-chimiche, origine

Inizialmente (1947) estratto da colture di Streptomyces venezuelae, attualmente il cloramfenicolo viene ottenuto

per sintesi chimica. Le formule di struttura di cloramfenicolo e tiamfenicolo sono raffigurate nella figura 5.1 Si tratta del derivato nitrofenolico (gruppo nitro in posizione para) dell’acido dicloroacetico. Solamente l’isomero levogiro è biologicamente attivo ed utilizzato in terapia. Il pKa è di 5.5. Macroscopicamente il cloramfenicolo si presenta sotto forma di cristalli biancastri, poco solubili in acqua, liposolubili (solubili nei solventi organici: glicol-propilene, etanolo, butanolo). È termostabile e stabile nell’ambiente acido dello stomaco. Solamente il sale succinato è idrosolubile e permette di ottenere soluzioni fino al 40% per somministra-zione parenterale. L’esterificazione della sua funzione alcolica da parte degli acidi grassi porta alla formazione di diversi esteri: palmitato, stearato, succinato, cinnamato, etc., tutti privi del sapore amaro del cloramfenicolo e per tale motivo utilizzati in sospensione orale in pediatria. Le esterasi tissutali e le lipasi digestive liberano il cloramfenicolo attivo dagli esteri.

Meccanismo d’azione

L’azione del cloramfenicolo è di tipo batteriostatico, ed è dovuta all’inibizione dell’iniziazione della sintesi proteica batterica; il meccanismo consiste nell’inibizione della peptidiltransferasi, in quanto il cloramfenicolo si lega allesubunità 50 S dei ribosomi batterici 70 S.

   
CLORAMFENICOLO NHCCHCI2H O  

TIAMFENICOLO NHCCHCI2HO 

O2N

C C CH2OH H3CO2S

C C CH2OH

OHH OHH

Figura 5.1 Formule di struttura di cloramfenicolo e tiamfenicolo.

Su alcuni microrganismi molto sensibili (pneumococco, Neisseria, Haemophilus) l’azione del cloramfenicolo può essere di tipo battericida esso presenta effetto post-antibiotico (2-3 ore) sui batteri Gram positivi e Gram negativi.

Spettro d’azione

Ampio all’inizio, oggi si è ristretto, a causa dello sviluppo progressivo di resistenze batteriche. Tuttavia, a causa delsuo uso attualmente più ristretto, alcuni microrganismi sono tornati ad essere ad esso sensibili.Lo spettro d’azione è simile a quello delle tetracicline: cocchi e bacilli Gram positivi, cocchi Gram negativi, bacilliGram negativi (con qualche eccezione), anaerobi Gram positivi e Gram negativi, Rickettsia, Mycoplasma, Chlamydia.Specie abitualmente sensibili (MIC < 5 µg/ml) sono:-Cocchi Gram negativi: gonococchi (< 10%), meningococchi-Bacilli Gram positivi (Listeria, Corynebacterium, Erysipelothrix)-Haemophilus influenzae (10% resistenze), Francisella tularensis-Bacilli Gram negativi: Bordetella, Brucella, Salmonella, Pasteurella, Campylobacter, Vibrio cholerae, Yersinia.-Leptospira-Germi intracellulari privi di parete: Chlamydia, Mycoplasma, Richettsia.-Anaerobi Gram positivi e Gram negativi: Clostridium, peptococchi, e peptostreptococchi, Fusobacterium,

Bacteroides, Actinomyces. Specie irregolarmente sensibili sono: -Cocchi Gram positivi: stafilococchi meticillino-sensibili (il 50 % dei ceppi è resistente), streptococchi di gruppo A

(20-30% di resistenze) e B (90 % di resistenze), pneumococchi (30% di resistenze), enterococchi (75 % di resi

stenze), H. ducrey. -Enterobatteri (20-40 % di resistenze): E. coli, Klebsiella, Proteus, Enterobacter, Citrobacter, Shigella. Le attuali resistenze di Salmonella e Shigella sono in aumento, soprattutto in alcuni Paesi. Più recentemente sono state segnalate resistenze da parte di pneumococchi ed H. influenzae. Sono germi resistenti: (MIC > 20 µg/ml) Stafilococchi meticillino-resistenti, Serratia, Providencia, Acinetobacter, Pseudomonas, Nocardia, Treponema, micobatteri. La resistenza è sia di tipo cromosomico (mutanti privi di porine = impermeabilità) che di tipo plasmidico (inat-tivazione da parte di acetiltransferasi batteriche).

Farmacocinetica

a) Somministrazione orale (cloramfenicolo base, cloramfenicolo palmitato)

L’assorbimento digestivo è buono e rapido (85%), prima o dopo i pasti. Il cloramfenicolo palmitato viene idrolizzato nell’intestino per opera della lipasi pancreatica liberando il cloramfe-nicolo attivo. In caso di mucoviscidosi nei neonati, l’idrolisi del cloramfenicolo palmitato può essere ridotta (e va corretta con la somministrazione di estratti pancreatici). I tassi sierici, dopo le dosi terapeutiche (un’assunzione da 1000 mg), raggiungono, dopo circa 2 ore, dei picchi sierici di 10-20 mcg/ml (con valori valle di 5-10 mcg/ml) nell’adulto. Nei neonati e nei lattanti i tassi sierici sono più elevati. L’emivita plasmatica è di circa 2.5-3 ore per il prodotto attivo, di 4-5 ore per il metabolita coniugato. In caso d’insufficienza renale, l’emivita della frazione attiva è poco modificata, mentre quella del metabolita glicuroconiugato si allunga. In caso d’insufficienza epatica l’emivita si allunga considerevolmente. La fissazione alle proteine plasmatiche ammonta a circa il 50-60% e diminuisce nei neonati ed in caso d’insuffi-cienza renale. La diffusione tissutale è eccellente a tutti i livelli. Il cloramfenicolo si concentra nella linfa e nei gangli linfatici (il che spiega la sua attività in vivo nel trattamento delle salmonellosi sistemiche); diffonde bene nel liquor (50 % dei tassi sierici) e nel tessuto cerebrale, così come nel latte materno, nell’ambiente oculare, nelle secrezioni bronchiali e nel tessuto osseo. Il volume di distribuzione è di 0.6-1 l/kg (circa 40 l nell’adulto). Il cloramfenicolo possiede anche una buona diffu-sione (penetrazione) intracellulare e questa proprietà lo rende idoneo al trattamento delle infezioni da microrgani-smi a localizzazione intracellulare. Metabolismo: il cloramfenicolo subisce una trasformazione metabolica intensa (90% glicuroconiugato). In caso d’insufficienza renale solo l’emivita dei metaboliti glicuroconiugati si allunga nettamente; in caso d’insufficienza epatica si ha aumento dei tassi sierici della frazione libera, non metabolizzata. I metaboliti sono inattivi dal punto di vista antibatterico. L’eliminazione si compie per filtrazione glomerulare per la frazione libera, per filtrazione glomerulare + secrezione tubulare (predominante) per il metabolita glicuroconiugato. Il 2-3% è eliminato con la bile sotto forma di glicuroconiugato inattivo; l’1% è eliminato con le feci. Concentrazioni urinarie: 100-200 mcg/ml (90% sotto forma di glicuroconiugato inattivo). La clearance totale è di 300-350 ml/min; la clearance renale è di 15-30 ml/min per la frazione libera attiva, 200-400 per la frazione coniugata. Il cloramfe-nicolo è dializzabile per dialisi extrarenale.

b) Somministrazione parenterale (cloramfenicolo succinato)

I tassi sierici sono inferiori (circa il 70% solo rispetto alla somministrazione orale), a causa della eliminazione renale. D’altronde, il cloramfenicolo è un inibitore degli enzimi P450 che intervengono nel metabolismo epatico dei farmaci, il che spiega le sue interazioni con i farmaci fortemente metabolizzati.

Tossicità ed effetti indesiderati

A) La più temuta è la tossicità ematologica; essa si può presentare con numerosi e differenti aspetti: un’inibizione midollare abitualmente benigna, prevedibile, reversibile alla sospensione del trattamento (salvo che in caso di insufficienza midollare antecedente), di tipo dose-dipendente, allorquando i tassi sierici oltrepassano i 25 mcg/ml, che colpisce prevalentemente la maturazione della linea eritrocitaria con vacuolizzazione degli eritroblasti ed eritroblastopenia e, perifericamente, anemia, reticolocitopenia ed aumento della sideremia; continuando il tratta-mento, l’anemia si accompagna a leucopenia e trombocitopenia. La depressione dell’eritropoiesi è relativamente frequente se vi sono dei fattori favorenti, quali dosi elevate, tratta-mento prolungato, insufficienza renale o epatica, etilismo, soprattutto in associazione ad assunzione di altri farma-ci mielotossici; essa è relativamente precoce (dopo 5-7 giorni di trattamento) e si può verificare sia col cloramfeni-colo sia col tiamfenicolo. Mezzi di prevenzione o correzione sono il monitoraggio di emocromo, reticolociti, sidere-mia e tassi plasmatici di cloramfenicolo. Un’aplasia midollare irreversibile, non prevedibile, a comparsa più tardiva (2-12 settimane ed anche più tardi) o più rapida in caso di cicli ripetuti, senza correlazioni con la dose e la durata del trattamento, è molto più rara (1/40000-1/200000); il quadro ematologico è quello di una pancitopenia (agranulocitosi) con aplasia midollare. È stata sug-gerita a spiegazione di ciò una predisposizione genetica (difetto di metabolizzazione epatica con accumulo della forma libera di uno dei suoi metaboliti, il nitrosocloramfenicolo, inibitore potente ed irreversibile della sintesi del DNA). Questa forma di aplasia si verifica solo con il cloramfenicolo. Nelle popolazioni mediterranee può riscontrarsi un’anemia emolitica nei soggetti con deficit di glucosio-6-fosfato deidrogenasi; allorquando l’esame genetico rivela questa anomalia occorre interdire l’uso del cloramfenicolo a tutti i familiari del soggetto in esame. B) Un grave effetto collaterale, che si manifesta soprattutto nei neonati e nei prematuri, è la “sindrome grigia”; 3-4 giorni dopo l’inizio del trattamento con dosi elevate (100 mg/kg) compare distensione addominale con vomito, colore grigio cenere dei tegumenti, ipotermia, acidosi metabolica refrattaria con collasso cardiocircolatorio, evol-vente rapidamente verso l’exitus. Il meccanismo consiste nell’accumulo della forma libera attiva del cloramfenicolo fino a concentrazioni tossiche (>50 mcg/ml), a causa dell’inibizione del suo metabolismo, dovuta all’immaturità enzimatica del fegato e del rene; fattori favorenti sono l’età (neonati, prematuri), dosi elevate ed insufficienza epatica. C) In caso di trattamento iniziale della febbre tifoide con dose d’attacco può osservarsi uno shock settico dovuto a lisi batterica massiva con endotossinemia; lo stesso può verificarsi in presenza di insufficienza renale o in corso di trattamento con perfusioni di cloramfenicolo succinato. Tutti gli altri effetti collaterali sono di eccezionale riscontro o, comunque, benigni: -Reazioni di tipo disulfiram all’assunzione di bevande alcoliche -Neurite ottica retrobulbare (per trattamenti prolungati) -Nevriti periferiche a componente prevalentemente sensitiva -Disturbi psichici: delirio, allucinazioni, confusione mentale -Disturbi digestivi: anoressia, glossite, nausea, vomito; eccezionalmente colite acuta pseudomembranosa -Disturbi di natura vestibolare in caso di utilizzo topico intrauricolare con timpano perforato -Candidosi orali, anorettali e vaginali -Reazioni allergiche, febbre, eruzioni cutanee (eccezionalmente).

Indicazioni cliniche

A causa della sua mielotossicità, il cloramfenicolo è attualmente riservato al trattamento di alcune infezioni gravi,
dove le sue caratteristiche farmacocinetiche di diffusione tessutale, concentrazione linfatica e penetrazione intra
cellulare, lo rendono ancora farmaco indispensabile.
-Trattamento delle salmonellosi sistemiche (febbre tifoide), qualora il microrganismo sia sensibile; il dosaggio
 

nell’adulto è di 50 mg/kg/die; tuttavia, in questa indicazione il suo impiego è attualmente conteso dai fluorochinoloni, dalle aminopenicilline e dal trimethoprim, i quali presentano in più il vantaggio di poter trattare più efficacemente i portatori biliari di salmonelle;

-Trattamento delle meningiti da H. influenzae e da pneumococco resistenti alla penicillina G ed alle aminopenicilline, eventualmente in associazione alle aminopenicilline; le cefalosporine di terza generazione rappresentano un’al-ternativa;

-Trattamento degli ascessi cerebrali, dove la sua diffusibilità nel tessuto cerebrale ed il suo spettro anti-anaerobi si rivelano molto preziosi;

-Trattamento dell’epiglottite acuta da H. influenzae nel bambino;

-Trattamento delle infezioni da anaerobi, allorquando altri antibiotici sono controindicati;

-Trattamento della porpora fulminante (meningococciemia): tiamfenicolo ev in caso di allergia alle beta-lattamine;

-Trattamento della melioidosi;

-Trattamento delle rickettsiosi nel bambino, dove le tetracicline sono controindicate.

Per il trattamento delle altre localizzazioni delle infezioni da anaerobi, il suo ruolo diminuisce d’importanza di

giorno in giorno in favore di altri farmaci anti-anaerobi più recenti (nitroimidazoli, clindamicina, carbapenemi,

cefamicine, latamoxef).

Controindicazioni

Pregressi episodi d’insufficienza midollare; gravidanza e allattamento; d’allergia al cloramfenicolo.

Precauzioni d’uso

Insufficienza epatica. Lattanti (posologia media: 25 mg/kg/die ogni 6 ore). Non superare le due settimane di trattamento. Obbligatori controlli ematici (emocromo, reticolociti) durante la terapia ed una settimana dopo la sospensione. Sono da proscrivere le dosi d’attacco nel trattamento iniziale della febbre tifoide.

Interazioni farmacologiche

Il cloramfenicolo è un inibitore del citocromo P450, che spesso interviene nel metabolismo dei farmaci, per tale

motivo esso dà luogo a molte interazioni farmacologiche.

Interazioni utili con altri antibiotici (Tabella 5.1)

-Cloramfenicolo + beta-lattamine (penicillina G, aminopenicilline): meningiti da H. influenzae, ascessi cerebrali da stafilococchi produttori di penicillinasi, infezioni da anaerobi.

Interazioni da evitare con altri antibiotici (effetto antagonista) (Tabella 5.2)

-Cloramfenicolo + aminoglicoside: Proteus, Klebsiella, E. coli (antagonismo)

-Cloramfenicolo + rifampicina: stafilococco (aumento del metabolismo e diminuzione dei tassi plasmatici del cloramfenicolo da parte della rifampicina)

-Cloramfenicolo + fluorochinoloni metabolizzati (pefloxacina): inibizione metabolica della pefloxacina.

-Cloramfenicolo + macrolidi, lincosamidi o streptogramine: antagonismo per competizione sul medesimo sito (subunità 50 S) dei ribosomi batterici

-Cloramfenicolo + didanosina, zalcitabina: aumentato rischio di neuropatia periferica

-Cloramfenicolo + etambutolo: aumentato rischio di tossicità oculare

-Cloramfenicolo + isoniazide: aumentato rischio di neuropatia periferica

-Cloramfenicolo + ritonavir: aumentato rischio di neuropatia periferica

-Cloramfenicolo + nitroimidazolo: aumentato rischio di mielotossicità.

Interazioni da evitare con altri farmaci

-Fenitoina: aumento della neurotossicità della fenitoina e della mielotossicità del cloramfenicolo per aumento dei loro tassi sierici, per competizione metabolica

-Fenobarbitale, carbamazepina ed altri induttori enzimatici: aumento della glicuroconiugazione del cloramfenicolo, diminuzione della sua attività antibatterica, rischio di sovradosaggio da anticonvulsivanti e di neurotossicità

-Sulfaniluree ipoglicemizzanti (tolbutamide, clorpropramide, etc.): aumentato rischio di ipoglicemia, per inibizione del loro metabolismo. Come prevenzione occorre controllare spesso la glicemia ed adattare la posologia dell’ipoglicemizzante

-Anticoagulanti orali: aumento del rischio emorragico

-Paracetamolo (solo con il cloramfenicolo, non con il tiamfenicolo): aumento del rischio mielotossico del cloramfenicolo dovuto ad un notevole prolungamento della sua emivita (per competizione metabolica).

-Alcool: rischio di effetto antabuse

-Citostatici: aumento reciproco delle rispettive mielotossicità.

Modalità di somministrazione e posologia

Per via orale: Posologia giornaliera: 25-50 mg/kg/die, corrispondenti a 2-3 g/die nell’adulto, in 4-6 assunzioni.Per applicazioni locali (sconsigliate): pomata oftalmologica all’1%, colliri allo 0.4-1%.Per via parenterale (cloramfenicolo succinato): fiale da 1 grammo per via ev ed, eccezionalmente, per via im.

La via rettale non è più impiegata. Qualunque sia la via di somministrazione, la terapia non dovrà essere prolungata oltre le 2 settimane. Durante la somministrazione è utile, soprattutto in caso d’insufficienza epatica, di trattamenti prolungati e di associazione ad altri farmaci in grado di provocare interazioni sfavorevoli, effettuare un monitorag-gio settimanale dei tassi sierici di cloramfenicolo (valori di picco: 10-20 mcg/ml; valle: 5-10 mcg/ml), al fine di assicurare dei tassi plasmatici attivi e non tossici. Occorre sospendere l’allattamento in corso di trattamento.

5.2 TIAMFENICOLO

Generalità

Si distingue dal cloramfenicolo per:

-Una particolare farmacocinetica: la biotrasformazione metabolica è molto ridotta; il legame alle proteine pla-smatiche è molto debole; viene eliminato per via urinaria e biliare sotto forma attiva, non metabolizzata, con tassi urinari più elevati

-Assenza dei gravi effetti collaterali dell’aplasia midollare irreversibile e mortale. Per tale motivo le sue indicazioni cliniche sono più ampie di quelle del cloramfenicolo.

Composizione e proprietà chimico-fisiche

Derivato del cloramfenicolo mediante sostituzione del radicale nitro con un radicale metan-sulfone; per somministrazione parenterale, si impiega il glicinato (im ed ev) o l’acetil-cisteinato (im) del tiamfenicolo cloridrato.

Spettro d’azione, resistenze batteriche, modalità d’azione

Sono identici a quelli del cloramfenicolo; le MIC per gli enterobatteri sono 2-4 volte più elevate rispetto a quelle del cloramfenicolo.

Farmacocinetica

Rispetto al cloramfenicolo il tiamfenicolo si distingue per:
-Assorbimento digestivo più lento; picchi sierici leggermente più bassi per via orale (6-7 mg dopo 1 g) e più elevati
 

per via parenterale (50 mcg/ml dopo 1.5 g) -Identica emivita (2-3 ore) che, contrariamente al cloramfenicolo, si prolunga in caso d’insufficienza renale. -Il metabolismo; il tiamfenicolo praticamente non subisce glicuroconiugazione (<10%) e viene eliminato sotto

forma attiva nelle urine (70%), nella bile (5-6%) e nelle feci (20%) -Concentrazioni urinarie più elevate (1000 mcg/ml); tassi biliari di 15-30 mcg/ml -Clerance renale: 120 ml/min, simile a quella della creatinina -Legame molto debole alle proteine plasmatiche (<10%); la diffusione è molto buona a tutti i livelli, simile al

cloramfenicolo.

Tossicità ed effetti indesiderati

Il tiamfenicolo causa frequentemente, così come il cloramfenicolo, effetti collaterali ematici precoci, reversibili e prevedibili, dose dipendenti, a carico delle cellule della linea rossa, bianca e delle piastrine, soprattutto in caso d’insufficienza renale e di dosi elevate. Di contro, sino ad oggi, non sono stati descritti col tiamfenicolo casi di grave aplasia midollare, irreversibile (anemia aplastica), a comparsa tardiva, senza relazione con la dose o la durata del trattamento. Anche gli altri effetti collaterali sembrano più rari.

Indicazioni cliniche

Oltre alle indicazioni menzionate per il cloramfenicolo, il tiamfenicolo viene utilizzato anche nel trattamento delle infezioni meno gravi: -Trattamento delle infezioni epatobiliari e dei portatori di salmonelle (per il fatto che viene eliminato nella bile

sotto forma attiva) -Trattamento delle infezioni da anaerobi (al posto del cloramfenicolo) -Trattamento delle infezioni delle vie respiratorie da microrganismi resistenti agli altri antibiotici -Trattamento rapido della gonococcia maschile (tuttavia è inattivo nelle localizzazioni faringee ed anorettali) e

delle uretriti non gonococciche o post-gonococciche -Trattamento della tularemia nei bambini (dove le tetracicline sono controindicate) -Trattamento delle meningococciemie fulminanti (come seconda scelta) e delle meningiti da H. influenzae, secretore

di beta-lattamasi, resistente alle aminopenicilline (ma in competizione con le cefalosporine di terza generazione).

Per le altre indicazioni proposte, infezioni delle vie respiratorie ed urinarie, esso è attualmente in competizione con le penicilline e le cefalosporine orali, i fluorochinoloni, il trimetoprim, etc.

Controindicazioni e precauzioni d’uso

Sono le stesse del cloramfenicolo. Il tiamfenicolo è controindicato nell’insufficienza renale grave, mentre può essere somministrato in caso d’insufficienza epatica.

Interazioni farmacologiche

Si veda il cloramfenicolo. A causa dell’assenza di biotrasformazione metabolica, col tiamfenicolo non si riscontrano le interazioni farmacologiche con i farmaci induttori enzimatici (fenobarbitale, carbamazepina, fenitoina) descritte per il cloramfenicolo.

Modalità di somministrazione e posologia

Posologia. Adulti: 500 mg 2-3 volte al dì. Bambini: 250 mg 3 volte al dì.
Via parenterale (tiamfenicolo glicinato): flaconi da 500 mg + solvente, per via im o ev (diretta o in perfusione). È
disponibile anche il tiamfenicolo acetilcisteinato, per somministrazione im (1.5 g/die).
 

Altri anti-infettivi Tipo di effetto Meccanismo Indicazioni principali

Beta-lattamine:

Penicillina G, aminopenicilline

Pefloxacina

Rifampicina

Effetto sinergico + inibizione delle beta- lattamasi batteriche

Aumento dei tassi sierici di pefloxacina

Aumento dei tassi sierici della rifampicina, ma diminuzione dei tassi sierici del cloramfenicolo Inibizione delle betalattamasi batteriche

Inibizione metabolica della pefloxacina da parte del cloramfenicolo

Inibizione metabolica della rifampicina da parte del cloramfenicolo, ma induzione metabolica del cloramfenicolo da parte della rifampicina H. influenzae (meningite) Stafilococchi; anaerobi (ascesso cerebrale); pneumococchi penicillino-resistenti; Salmonella (aminopenicilline)

Stafilococchi, enterobatteri

Stafilococchi, anaerobi

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Altri antibiotici o altri farmaci Tipo di rischio Fattori favorenti Mezzi di prevenzione Comportamento Meccanismo o correzione da adottare
Beta-lattamine:     tare tare tare tare
Penicillina G, aminopenicilline, etc. Rischio di antagonismo batterico ai livelli dove è più difficile la diffusione (meningiti) Dosi insufficienti Antagonismo, soprattutto ad alcuni livelli (meningiti) e nei confronti di particolari batteri Associazione da evi
Aminoglicosidi Rischio di antagonismo batterico (Proteus, E. coli, Klebsiella, Listeria)   Antagonismo, soprattutto nei confronti di particolari batteri Associazione da evi
Didanosina, zalcitabina Rischio aumentato di neuropatia periferica Dosi elevate, trattamenti prolungati Sommazione delle rispettive neurotossicità Monitoraggio neurologico ed EMG Associazione da usprecauzione are con
Etambutolo Rischio aumentato di Dosi elevate Sommazione della neurotossicità Monitoraggio oftalmologico Associazione da usare con
  danno oculare   (nervo ottico) precauzione
Isoniazide Rischio aumentato di neuropatia periferica Dosi elevate, trattamenti prolungati Sommazione delle rispettive neurotossicità Monitoraggio neurologico; somministrazione di piridossina Associazione da usprecauzione are con
Lincosamidi, streptogramine Rischio di antagonismo batterico   Antagonismo per competizione sui medesimi bersagli: subunità 50 S dei ribosomi batterici Associazione da evi
Macrolidi Rischio di antagonismo batterico   Antagonismo per competizione sui medesimi bersagli batterici Associazione da evi
Nitroimidazoli Rischio aumentato di mielotossicità (leucopenia) Dosi elevate, trattamenti prolungati Sommazione degli effetti mielo-tossici; inibizione metabolica dei nitroimidazoli da parte del cloramfenicolo Monitoraggio dell’emocromo Associazione da usprecauzione are con
Rifampicina Diminuzione dei tassi sierici del cloramfenicolo   Induzione metabolica del cloramfenicolo da parte della rifampicina; inibizione metabolica della rifampicina da parte del cloramfenicolo Adattare la posologia dei due antibiotici Associazione da valutare

(continua)

CLORAMFENICOLO E TIAMFENICOLO 189 190

 
Altri antibiotici Fattori Mezzi di prevenzione Comportamento
o altri farmaci Tipo di rischio favorenti Meccanismo o correzione da adottare
Alcool Rischio di effetto   ? Eliminazione delle bevande Associazione sconsigliata
antabuse alcoliche e dei farmaci in soluzione
alcolica
Anticoagulanti orali Aumentato rischio Assunzione Inibizione metabolica degli
emorragico simultanea anticoagulanti da parte del Monitoraggio della coagulazione; Associazione sconsigliata
cloramfenicolo adatta-mento della posologia degli
anticoagulanti durante il
trattamento e dopo la sospensione
dello stesso
Sulfaniluree Aumentato rischio Inibizione metabolica degli
ipoglicemizzanti ipoglicemico antidiabetici orali da parte del Monitoraggio della glicemia; Associazione da usare con
fortemente cloramfenicolo adattamento della posologia degli precauzione
metabolizzate antidiabetici durante il trattamento
(clorpropamide, e dopo la sospensione del
tolbutamide) cloramfenicolo
Anticonvulsivanti Rischio di sovradosaggio e Dosi elevate di Inibizione metabolica degli Monitoraggio neuropsichico; dosaggio Associazione sconsigliata
induttori enzimatici: di neurotossicità degli anticonvulsivanti anticonvulsivanti da parte del dei tassi plasmatici degli anticonvulsi
fenobarbital, anticonvulsivanti; cloramfenicolo; induzione metabolica vanti; adattamento della loro
fenitoina, diminuzione dell’attività del cloramfenicolo da parte degli posologia durante il trattamento con
carbamazepina antibatterica del anticonvulsivanti cloramfenicolo ed alla sua sospensio
cloramfenicolo ne
Cimetidina Aumentato rischio di Sommazione delle rispettive Monitoraggio dell’emocromo Associazione sconsigliata
mielotossicità mileotossicità; inibizione metabolica
del cloramfenicolo da parte della
cimetidina
Ciclofosfamide Aumento delle reciproche Dosi elevate Sommazione delle rispettive Monitoraggio dell’emocromo Associazione sconsigliata
mielotossicità; mielotossicità
diminuzione dell’attività
citostatica della
ciclofosfamide
Paracetamolo Aumentato rischio di Dosi elevate di Aumento dei tassi sierici e Monitoraggio dell’emocromo Associazione da usare con
emotossicità paracetamolo dell’emivita del cloramfenicolo precauzione
da parte del paracetamolo,
      per competizione metabolica

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