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ARGOMENTI DI MEDICINA CLINICA

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 Ultimo aggiornamento: 23.12.2006

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Miscellanea gastro-intestinale

 

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">1. COLICA GASSOSA DEL LATTANTE

Inizia verso la terza settimana e si risolve spontaneamente verso

la nona-dodicesima.

Spesso è in causa un’intolleranza, ad esempio al latte vaccino,

(impiegare un latte ipoallergico:Isomil Abbot) o al latte materno

(la madre dovrà rispettare una dieta ipoallergica, senza latte

e derivati, uovo, cioccolata, agrumi e pomodori). Spesso la

madre è un tipo ansioso e dovrà essere tranquillizzata.

La somministrazione di antispastici (vedi cap. 4) è gravata di

effetti collaterali, il Mylicon 10-20 gtt ha un’efficacia dubbia.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">2. NAUSEA E VOMITO

Davanti ad un paziente che vomita occorre, come sempre, ricer-care

le cause e combatterle queste (intossicazione digitalica,

occlusione intestinale, pancreatite, edema cerebrale ecc.). Quando

la rimozione delle cause non è possibile, come nel caso del vomito

in corso di uremia, terapie antiblastiche, neoplasie generalizzate,

gastroenteriti virali, si ricorrerà ai farmaci sintomatici.

Schema di trattamento:

- Ricerca e trattamento delle cause:

Terapie antiblastiche, patologie intestinali (occlusioni, perfora-zione,

tremori), gastriti, pancreatiti, epatopatie, colecistopatie,

processi espansivi endocranici, labirintopatie, cause metaboliche

(chetoacidosi, uremia, insufficienza renale, ecc.) farmaci (analgesici,

digitale, ecc.), cause psicogene.

- Digiuno, finché il vomito non diminuisce, quindi iniziare con

piccole dosi di cibo leggero e asciutto e bevande calde (thè,

brodo) o fredde.

Il paziente allettato con vomito deve tenere una posizione late-rale

per evitare l’aspirazione del materiale nelle vie aeree.

Il sondino naso-gastrico è indicato quando c’è rischio di aspi-razione

es. dopo interventi chirurgici o negli anziani.

- Correzione per via parenterale, finché non è possibile per

os, delle alterazioni idroelettrolitiche (vedi cap. 22) (Murphy,

Current Therapy 1996).

- Metoclopramide Plasil. La sua azione consiste in una

regolazione della peristalsi gastrica ed intestinale. Nei bambini

e negli anziani può provocare gravi crisi ipertensive, disturbiextrapiramidali (controllabili con Antiistaminici vedi cap. 14

Pisters, Current Therapy 1995), sedazione e diarrea ma ad alte

dosi (vedi cap. 15). Dosaggi abituale 10 mg per os 30’ prima

dei pasti (Willis, The Wash. Manual of Med. Ther. 1998). Utile

il suo impiego nella nausea e vomito dei pazienti in terapia

antiblastica: I.V. ad alte dosi (2 mg/Kg/2 h per 2 dosi), iniziando

30’ prima dell’antiblastico (Murphy, Current Therapy 1996). Le

dosi standard sono inefficaci (gli effetti collaterali extra-piramidali

possono essere ridotti dall’associazione con antiistaminici).

L’effetto antiemetico è dovuto all’effetto antagonista dei recettori

dopaminergici D2 a livello del midollo allungato.

Poiché la sua azione dipende da un meccanismo colinergico non

va assolutamente associato agli anticolinergici.

- Antagonisti della serotonina rappresentano la classe più

nuova e probabilmente più efficace (Murphy, Current Therapy

1996), utile nel vomito da chemioterapia (Willis, The Wasch.

Manual of Med. Ther. 1998).

Ondansetron Zofran cpr 4-8 mg; f 4-8 mg. Effetti collaterali:

diarrea, stipsi, cefalea e più raramente rash, secchezza delle

fauci, broncospasmo, sedazione e aumento delle transaminasi

(Murphy, Current Therapy 1996). Anche se raramente può dare

effetti extrapiramidali e reazioni anafilattiche (The Med. Letter

912; 1994). Dose 0,15 mg/Kg in 15’ per 3 volte a distanza di

4 h. In profilassi: 8 mg/8 h per 3 gg (Perez, Current Therapy

1998). L’associazione con il Desametazone ne aumenta l’efficacia

(Perez, Current Therapy 1998).

GranisetronKytril e TropisetronNavoban, simili al precedente e im-piegati

30’ prima della chemioterapia alle dosi per il Granisetron

di3mg I.V.in 5’ (The Med. Letter 926; 1994)(New Engl. J. Med.

332, 1; 1995). In Italia disponibile solo I.V., negli USAanche per os.

- Domperidone Motilium, Peridon (vedi par. 3). Le indicazioni

sono sovrapponibili a quelle della Metoclopramide.

- Antiistaminici (vedi cap. 14): impiegati per lo più nelle terapie

croniche delle labirintopatie e chinetosi: Prometazina Fargan,

Dimenidrato Xamamina.

- Anticolinergici (vedi cap. 4): utile, specialmente nelle chinetosi,

un cerotto a base di Scopolamina Transcop, che viene posto die-tro

l’orecchio 4 ore prima di intraprendere un viaggio, ha una

durata di azione di 2-3 gg (Pisters, Current Therapy 1995).

- Cisapride (vedi par. 3) 10-20 mg prima dei pasti e di coricarsi

(Willis, The Wasch. Manual of Med. Ther. 1998).

- Fenotiazinici (vedi cap. 15): molto efficaci, ma anche molto

tossici (itteri colostatici, sintomi extrapiramidali, discrasie ema-tiche,

ipotensione).I vari prodotti hanno un’efficacia equivalente ma diversa pre-valenza

degli effetti collaterali: ipotensione, in particolare la Clorpromazina,

sedazione, disturbi extrapiramidali, in particolare la

Proclorperazina, la Perfenazina e la Trietilperazina e depressione

respiratoria.

La Perfenazina Trilafon cf 2-4-8 mg, f I.M. 5 mg è efficace,

determina sedazione ma non ipotensione.

- Butirrofenoni (vedi cap. 15): Aloperidolo Serenase; Droperidolo

Sintodian, possono essere utili in certi casi refrattari. Bloccano

i recettori dopaminergici (Murphy, Current Therapy 1996).

Evitare l’associazione Fenotiazinici, Butirrofenoni e Metoclo-pramide

perché c’è potenziamento degli effetti collaterali extra-piramidali.

Principali cause di vomito e relative terapie

1. Vomito da chinetosi:

6 Alimentazione prudente.

6 Posizione sdraiata.

6 Antiistaminici: Xamamina 1/2-1 ora prima del viaggio (assunti dopo

l’insorgenza del vomito sono scarsamente efficaci).

6 Scopolamina transdermica Transcop 4 ore prima (vedi sopra) di intra-prendere

un viaggio di lunga durata se gli antiistaminici sono inefficaci.

6 Fenotiazinici: poco efficaci e poco raccomandati (eccetto la prome-tazina).

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2. Vomito da chemioterapia:

Le proprietà emetiche differiscono a seconda del farmaco (Perez, Current

Therapy 1998), possono essere elevate (cis-platino, dacarbazina, mostarde

azotate, streptozocina), moderatamente elevate (semustine, carmustine,

lomustine, ciclofosfamide, actinomicina D, mitromicina, doxorubicina),

moderate (fluorouracile, daunorubicina, l-asparaginasi, mitomicina-C,

azactidina, melfalan, mitoxantrone), bassa (busulfano, bleomicina, idros-siurea,

vincristina, vinblastina e clorambucil).Iperemesi Gravidica

Trattata al cap. 86 par. 11.

4. Vomito post-operatorio

6 Sondino naso-gastrico.

6 Ondansetron 4 mg I.V., Metoclopramide, Antiistaminici (meno efficaci

dei fenotiazinici), Benziquamide (a differenza dei due successivi, non

deprime i centri respiratori e non dà ipotensione e disturbi extrapiramidali),

Fenotiazinici (lo Stemetil è probabilmente il più usato e più efficace)

e Butirrofenoni.

5. Vomito da Gastroenterite

Terapia dietetica, da sola nei casi più lievi o in associazione a Domperidone,

Metoclopramide, Antiistaminici, Fenotiazinici nei casi più impegnati.

6. Vomito da analgesici stupefacenti

Ridurre le dosi e somministrare Antiistaminici, Benziquamide. I Fenotia-zinici

possono potenziare la depressione respiratoria.

7. Vomito del lattante

- Controllare innanzi tutto il buco della tettarella per evitare aerofagia.

- La durata della poppata deve essere di almeno 10’-15’.

- Mantenere il bambino in posizione semiseduta per 20’-30’ dopo ogni

pasto.

- Se non c’è risposta alle misure sopracitate ispessire gli alimenti liquidi

aggiungendo, ad esempio, un cucchiaino di cereali (tipo crema di riso)

ogni 100-150 cc di latte.

- Nei casi che non rispondono, alcuni impiegano antispastici (vedi cap.

4), tipo Bentyl 1 goccia/Kg prima dei pasti.

8. Vomito ciclico o acetonemico

Somministrare per os liquidi zuccherati (es. spremute, succhi di frutta), nel

caso che ciò non fosse possibile a causa del vomito si somministreranno

per via I.V. glucosate 5-10% con eventuale aggiunta di potassio e cloro ed

appena possibile si tornerà all’alimentazione per os. Alcuni autori impiegano

prodotti a base di cocarbossilasi, Vit. B2,B6, sodio e potassio citrato, es.

Biochetasi bust effer, fiale I.M., supp, ma l’efficacia di questi prodotti è dubbia.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">3. DISPEPSIA

- Ricerca delle cause ed eventuale trattamento nelle forme secon-darie.

L’ulcera gastro-duodenale e l’esofagite da reflusso sono

responsabilidel 50%dei casi (Kearney, Current Therapy 1997).

La dieta è la cosa più importante (Fullman, Current Therapy 1996).

Spesso utile una psicoterapia.

In caso di aerofagia l’eruttazione, anziché arrecare sollievo, spesso

aggrava il disturbo; occorrerà in questi casi mangiare e bere len-tamente, masticare bene, evitare eccessive quantità di liquidi, bibi-te

gassate, gelati, gomme da masticare, panna montata, broccoli,

lattughe, noci, melone, prugne, maionese, burro. Evitare i cibi

mal tollerati (es. il latte) e i pasti affrettati; mantenere i farinacei

e i cibi carnei nel giusto rapporto.

I cibi ricchi di oligosaccaridi e polisaccaridi, non digeribili nel

tenue, comportano un’abbondante produzione di gas intestinale

nel colon: fagioli, ceci, broccoli, cavolfiori, lenticchie, rape, cipol-le,

patate, grano, pane bianco, avena, granturco ecc. (Snape,

Current Therapy 1998). Ben tollerate banane, uova, uva, carne.

Evitare alcolici, thè e caffè perché aumentano la secrezione

gastrica e rallentano lo svuotamento. Non fumare.

- Il Simeticone Mylicon 20 gtt 5 3 nell’aerofagia e il Carbone

(Neo carbone Belloc cpr 200 mg) (30’ prima dei pasti) nelle fla-tulenze

sono i farmaci da alcuni consigliati anche se in studi control-lati

non si è mai dimostrata con certezza l’efficacia (The Med.

Letter 977; 1996)(McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998).

Disponibili in associazione: Carboyoghurt cpr (simeticone 50 mg

! carbone attivo 330 mg).

- Gli enzimi sostitutivi, i sali biliari e l’acido cloridrico risul-tano

superflui se non è presente un loro reale deficit.

L’enzima a -galattosidasi Beano (non in vendita in Italia) deri-vato

da muffe, è utile nelle diete ricche di fibre. 3-8 gocce ai

pasti riducono il meteorismo (The Med. Letter 893; 1993)

(Kearney, Current Therapy 1997).

- Procinetici: utile, nei casi senza ulcera o esofagite, la Cisa-pride

Prepulsid (Snape, Current Therapy 1998). Effetti collaterali

ad alte dosi: convulsioni. Più tollerato e utile della Metoclopra-mide

(Fisher, New Engl. J. Med. 339, 1376; 1998).

Plasil (Metoclopramide) (vedi sopra par. 1).

1 cucch. o cps prima dei pasti.

Agevolando lo svuotamento gastrico può arrecare dei reali benefici.

Domperidone Motilium, Peridon cpr 10 mg, bust 10 mg, scir

0,1%, supp 30 mg.

Agisce a livello dei centri dopaminergici del midollo allungato

ma, non attraversando la barriera emato-liquorale, non deter-mina

effetti collaterali a livello del SNC.

Aumenta la pressione a livello dello sfintere esofageo, normalizza

la propulsione antrale e duodenale diminuendo il tono pilorico.

Dose 1-2 cps 30’ prima dei pasti. Non influenza la secrezione

gastrica. Effetti collaterali: (rari) crampi intestinali, galattorrea,

alterazioni mestruali, ginecomastia, disturbi extrapiramidali ad

alte dosi. Evitare la contemporanea somministrazione di antiacidi

che ne diminuiscono l’assorbimento.- Antibiotici: utile nei casi con infezione da H. pilory (McQuaid,

Current Med. Diag. Treat. 1998)(Fisher, New Engl. J. Med.

339, 1376; 1998).

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">4. SINGHIOZZO

Il primo obiettivo deve essere la ricerca e la rimozione delle

cause (alcool, fumo, stress, cambianti improvvisi di temperatura

es.: bibite ghiacciate o docce fredde, distensione gastrica, ascesso

subfrenico ecc) (Lewis, Current Therapy 1996).

Possono essere impiegati molti farmaci sintomatici, ma con ri-sultati

incostanti: es. antispastici, antidepressivi, Clorpromazina.

Il Baclofene (vedi cap. 84) 5-20 mg/6-12 h sembra il preferibile

(Rousseau, Current Therapy 1998). Può essere associato, nei casi

refrattari, alla Carbamazepina (vedi cap. 76).

Una manovra semplice che potrà dare ottimi risultati in un’alta

percentuale di casi, anche se talvolta transitoriamente, è stimolare

il faringe per almeno 20’’ con un catetere (14-18 F) introdotto

per via nasale per 10-14 cm. Altre manovre, spesso utili, respirare

aria con 10-15% di CO2 per 3’-5’ o in una busta di carta

o somministrare per os 15 cc di Xilocaina oleosa o inghiottire

un cucchiaio di zucchero di canna o burro di arachidi, trattenere

il respiro, tirare fuori la lingua (Fodstad, Current Therapy 1997).

Nei lattanti è spesso utile un cucchiaino di succo di limone.

Nel 1932 Charles Mayo disse « Le conoscenze su questo argomento

sono inversamente proporzionali al numero di trattamenti

proposti ».

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">5. INTOLLERANZE ALIMENTARI

La terapia è essenzialmente dietetica, in fase acuta, reidratante.

Per quanto riguarda la terapia reidratante si rimanda al cap. 40,

per cui mi limiterò a ricordare che l’allontanamento dell’elemento

causale (es i monosaccaridi o i disaccaridi o il latte o il glutine),

spesso risolve completamente il quadro.

Nelle forme secondarie (sprue, morbo celiaco ecc.) utile la

terapia causale (vedi sotto).

Es. Intolleranza al lattosio: evitare latte, latticini e impiegare

preparazioni prive di lattosio, es. Nutramigen, Isomil.

In alternativa, si può somministrare lattasi (Lactaid)4-5gocceme-scolate

nel latte e refrigerate per 24 h.

Utili anche alcuni yogurt non sterilizzati e ricchi di lattasi.

Es. Intolleranza ai monosaccaridi: verranno impiegati preparati

con fruttosio, ma senza glucosio e galattosio, es. Galactomin 19.- Nel caso di intolleranza ai disaccaridi verranno, ovviamente,

impiegati alimenti che ne siano sprovvisti, es. Al 110.

Nelle forme secondarie ad antibioticoterapia e ad alterazione

della flora intestinale, alcuni impiegano Colimicina per os 5-15

mg/Kg/die in tre somministrazioni o Kanamicina 50 mg/Kg/die

in 4-6 somministrazioni.

- Per le allergie alimentari il primo presidio è la dieta e, se que-sta

non risultasse efficace, si ricorrerà al Gastrofrenal (vedi cap.

89 par. 2) alle dosi di 1-2 bust (da 250-500 mg per gli adulti

e 100 mg per i bambini) 4 volte/die per 3 settimane. In alternativa

potrà essere impiegato il Chetotifene (vedi cap. 35) e, nei casi

refrattari, gli antiistaminici tipo l’Oxatomide Tinset 1 mg/Kg

(vedi cap. 14).

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">6. MORBO CELIACO E SPRUE TROPICALE

Morbo celiaco

- Terapia della crisi

6 Terapia della disidratazione ed eventualmente dello shock

(vedi cap. 28-40).

6 Terapia delle alterazioni elettrolitiche (vedi cap. 22).

6 Somministrazioni di Vit. K I.V. 5-10 mg per correggere la

ipoprotrombinemia, polivitaminici e sali minerali.

6 Emocolture, coprocolture, urinocolture, alla ricerca di

un’infezione come causa scatenante.

6 Cortisonici (vedi cap. 13).

Indicati solo nei casi più gravi (McQuaid, Current Med. Diag.

Treat. 1998)(Willis, The Wasch. Manual of Med. Ther. 1998).

Idrocortisone 10 mg/Kg/die I.V. e prednisone 1-2 mg/Kg/die

come dose di attacco, ridurre, quindi, progressivamente la dose

in 2-4 settimane. Nei casi refrattari si potrà ricorrere agli Immu-nosoppressori.

6 Nulla per bocca per 24-48 ore e sondino naso-gastrico in

caso di meteorismo spiccato. Iniziare con soluzioni elettrolitiche

per os, arricchite con glucosio e fiocchi di banane; appena

possibile, passare ad alimenti che apportino proteine e calorie

(4 gr/Kg/die di proteine e 150 cal/Kg/die) a concentrazioni

crescenti. In seguito, uno alla volta, verranno reintrodotti i vari

alimenti, tipo carne, formaggi magri, farina di riso, frutta, ecc.

Entro 3-4 settimane è abitualmente possibile riprendere una

normale assunzione di latte.Terapia cronica

6 La dieta priva di glutine è di estrema importanza (vedi ta-bella

pag. prec.).

È molto impegnativa e va, quindi, prescritta solo in caso di

effettiva necessità:

Indicazioni: — dopo diagnosi bioptica

— nei fratelli di pazienti affetti dal morbo (per i primi

nove mesi di vita)

— dermatite herpetiforme.

Non è indicata: — senza accertamento bioptico

— rialimentazione dopo diarrea acuta

— diarrea cronica

— ritardo ponderale.

Non va impiegata per una diagnosi ex iuvantibus, dato che

l’intervallo, tra il presidio e i risultati, può essere anche di vari mesi.

Se non c’è risposta sospettare o una diagnosi errata o un non

rispetto della dieta o un concomitante deficit di lattasi o una

ileite ulcerativa non granulomatosa o una sprue (Schultz,

Current Therapy 1996).

La dieta senza glutine deve comunque essere ipercalorica, iper-proteica,

ipolipidica, ricca di vitamine e dovrà essere mantenuta

per molti anni o per tutta la vita.

L’allontanamento del glutine dà miglioramento in 2-3 giorni

anche se, per una completa remissione, occorrono settimane,

mesi e persino anni.

Il lattosio va tolto per 6 settimane, perché spesso c’è associato

un’intolleranza secondaria ai disaccaridi (McQuaid, Current

Med. Diag. Treat. 1998).

Alcuni prodotti senza glutine: biscotti (Biaglut, Aproten, Sineglut),

pasta (Aproten, Biaglut, Aglutella), farine (Hammer).

6 Cortisonici, solo raramente in casi selezionati e per brevi cicli.

6 Nelle forme secondarie, esempio postinfettive, una terapia

antibiotica verrà associata alla dieta che, in questi casi, verrà

mantenuta solo per alcuni mesi.

Sprue

- Acido folico (vedi cap. 48) 10-20 mg/die per os o I.M. per

alcune settimane (McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998).

Quando il quadro è risolto 5 mg/die per alcuni mesi. Nel 75%

dei pazienti si ha risposta entro due settimane. Nelle forme lievi

è sufficiente. Utile associare in alcuni casi della Vit. B12 (Alpers,

Current Therapy 1998).

- Nelle forme più impegnate si ricorre alle tetracicline (vedicap. 19) di scelta 250 mg/6 h per 6 mesi nelle forme croniche.

In alternativa Ampicillina 500 mg/6 h o Cotrimoxazolo (Schultz,

Current Therapy 1996).

- Dieta ipercalorica, iperproteica, ipolipidica, polivitaminici.

Evitare gli alcolici.

- Cortisonici (vedi cap. 13). Solo in casi selezionati.

- Antidiarroici, tipo Imodium (vedi cap. 40), possono essere

impiegati in fase acuta.

Anche se il miglioramento si ottiene entro le prime 3 settimane,

la terapia va continuata per 1-2 anni.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">7. MORBO DI WIPPLE

Alimentazione adeguata. Non è stabilita quale sia la terapia

antibiotica ideale che determina in alcune settimane (1-3 mesi)

un notevole miglioramento.

Utile il Cotrimoxazolo per almeno 12 mesi per ridurre le reci-dive

(McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998; Alpers, Current

Therapy 1998).

In alternativa, si potrà impiegare il Ceftriaxone o il Cloramfe-nicolo.

I cortisonici sono da riservare ai casi più gravi (interessamento

del SNC, insufficienza surrenalica).

Associare ferro, acido folico, calcio e magnesio, che possono

avere un ridotto assorbimento.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">8. COLON IRRITABILE

a) Riconoscere al paziente che si tratta di una vera malattia

anche se la fisiopatologia non è nota. Rassicurare il paziente

sulla benignità della malattia. Unbuon rapporto medico-paziente

è alla base di ogni successo (McQuaid, Current Med. Diag. Treat.

1998). Insegnare al paziente a riconoscere i fattori scatenanti.

Utile anche l’ipnosi e l’Agopuntura. Evitare farmaci che possono

determinarlo.

b) Dieta ad alto contenuto di fibre (20-60 gr/die), iniziando

con piccole dosi e aumentando lentamente. È una componente

importante della terapia.

La crusca è particolarmente efficace in caso di stipsi, regola i

disturbi intestinali e non ha effetti collaterali, anche se viene

presa a lungo (vedi cap. 40).

Evitare i cibi non ben digeribili o mal tollerati. Un’errata

alimentazione è uno dei fattori principali della malattia. In molticasi una dieta priva di lattosio o cereali può ridurre quasi

completamente il quadro (Clouse, Current Therapy 1998).

Utile la restrizione dei fritti, dell’alcool, del caffè, del thè, coca

cola e del tabacco (McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998).

c) Terapia farmacologica

Da riservare a quel 30%che non risolve con terapia conservativa.

Nessun farmaco si è mostrato sicuramente efficace (McQuaid,

Current Med-Diag. Treat. 1998).

6 Terapia della stipsi o della diarrea (vedi cap. 40).

6 Simeticone e carbone attivo (vedi par. 3), in caso di spiccato

meteorismo e dolori addominali. Anche se l’efficacia non è pro-vata

(Clouse, Current Therapy 1998).

Somministrare 15’ dopo i pasti.

6 Antispastici (vedi cap. 4).

La loro efficacia è dubbia, sono comunque utilizzabili nelle

forme in cui prevale il dolore.

Utili in alcuni casi con stipsi i procinetici tipoCisapride Prepulsid

2-3 cpr/die (Clouse, Current Therapy 1998).

6 Antiserotoninici: Periactin 2-3 cps/die. Può essere utile se

prevale la diarrea (Mathias, Current Therapy 1997).

6 Benzodiazepine (vedi cap. 15) da sole o associate ad antispastici,

sono raramente utili, mentre possono risultare efficaci, in alcuni

casi refrattari, gli antidepressivi triciclici (anche per i loro effetti

anticolinergici) e gli inibitori della serotonina (vedi cap. 15)

(McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998).

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">9. GASTRITE

- Acuta

La terapia andrà individualizzata in base alla causa (Goldstein,

Current Therapy 1994).

Il riposo a letto ed il digiuno, finché la nausea e il vomito non

saranno risolti, potranno essere di aiuto.

Sospendere eventuali terapie gastrolesive, tipo Aspirina, antiin-fiammatori

ecc.

È frequentemente in gioco, 30-50% l’Helicobacter pylori e può

essere utile una terapia antibiotica (vedi cap. 41).

La terapia medica potrà essere fatta con metoclorapamide o anti-acidi

o sucralfato o antiistaminici H2 o inibitori della pompa

protonica o, in caso di terapia con antiinfiammatori, analoghi

delle prostaglandine.

Per la trattazione di questi farmaci vedi cap. 41.Nelle gastriti da sali biliari può essere utile la Cisapride vedi

cap. 40.

- Cronica

Tranne per i casi associati ad anemia perniciosa o deficienza di

ferro, la terapia offre solo vantaggi parziali. Andranno eliminati

tutti i fattori aggravanti quali il fumo, l’alcool, il caffè, i farmaci

gastrolesivi.

Nelle gastriti da reflusso biliare può essere utile la Cisapride

(vedi cap. 40). La causa più frequente è un’infezione da Heli-cobacter

pylori che va adeguatamente trattata (vedi cap. 41).

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">10. COLITE DA ANTIBIOTICI

Molti antibiotici possono portare colite, anche se somministrati

per via parenterale (clindamicina, lincomicina, ampicillina,

cefalosporine, penicillina, tetracicline, streptomicina, cloramfe-nicolo,

eritromicina e co-trimoxazolo).

Terapia:

- Sospendere la terapia antibiotica e, se la diarrea non mi-gliora,

somministrare Vancomicina, Vancocina cpr 500 mg una

cpr per os/6 h per 10-14 giorni.

Per I.V. non è efficace (Heck, Current Therapy 1997). Il farmaco

agirebbe sul clostridium difficile e perfrigens che produce una

tossina, responsabile della colite. Il trattamento non presenta

effetti collaterali dato che il farmaco per os non viene assorbito

che in minima parte.

In alternativa, secondo altri come prima scelta, può essere im-piegato

il Metronidazolo Flagyl alle dosi di 250-500 mg/6 h per

10-14 gg. (McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998)(Willis,

The Wasch. Manual of Med. Ther. 1998).

La febbre abitualmente scompare in 24-48 h e la diarrea in 5-7 gg.

- L’impiego di ceppi di batteri vivi antibioticoresistenti, tipo

Codex o Enterogermina o Infloran, non ha dimostrato quasi

alcun beneficio.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">11. ILEO

Meccanico:

- Correzione delle alterazioni dell’equilibrio idroelettrolitico

ed acido-base (cap. 22-23).- Decompressione con sondino naso-gastrico o con sondino

intestinale tipo Cantor o Miller-Abbot.

- Ricerca e terapia (per lo più chirurgica) delle cause.

Paralitico

- Come sopra ! Prostigmina f 0,5 mg, 1 f/4-8 h sottocute.

Alcuni autori impiegano la Cisapride Prepulsid.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">12. CALCOLOSI BILIARE

a) Colica biliare:

- Antispastici (cap. 4) Buscopan, o altri, 1 f I.M. o I.V. seguiti

da 1-2 fiale in infusione. Nelle forme più lievi: Trinitrina 1-2 cf

sub-linguali.

- Evitare antidolorifici del tipo Morfina che provocano con-trazione

dello sfintere d’Oddi ed ipertensione biliare (Friedman,

Current Med. Diag. Treat. 1998).

Ricorrere quindi, se necessario, alla Meperidina (vedi cap. 1),

per la sua minore azione a livello dell’Oddi.

Evitare, specie per via endovenosa, l’uso del Metamizolo, con-tenuto

nel Buscopan Compositum, Baralgina ecc., per il rischio

di gravi reazioni allergiche anche mortali.

Alcuni autori hanno riportato ottimi risultati con l’impiego

degli inibitori delle prostaglandine tipo Voltaren fiale (vedi

cap. 3 e 20).

- Antibiotici: (vedi cap. 19) da limitare ai casi con febbre e/o

brivido e/o leucocitosi. Dalle statistiche della letteratura i farmaci

di scelta sembrano essere le cefalosporine tipo Cefoperazone

e Ceftriaxone ed eventualmente la Gentamicina.

b) Colecistite acuta:

- Si verifica nel 20-30% dei pazienti con calcolosi sintomatica

(Nakeeb, Current Therapy 1997). Il 90% dei pazienti ha una

calcolosi (Friedman, Current Med. Diag. Treat. 1998).

- Sondino naso-gastrico se è presente nausea, vomito o ileo.

- Controllo idroelettrolitico (vedi cap. 22).

- Terapia antibiotica appropriata (vedi cap. 19): Ampicillina

1 gr/4 h o Cefalosporine di terza generazione, tipo Ceftriaxo-ne

o Cefoperazone o Ceftizoxima 1 gr I.V./12 g per una setti-mana

(Nakeeb, Current Therapy 1997).

Nei casi più impegnati sarà opportuno associare il Metronidazolo

per gli anaerobi.- Alcuni consigliano, fatta la diagnosi, la colecistectomia su-bito

nella maggior parte dei casi (Nakeeb, Current Therapy 1998)

(Johnston, New Engl. J. Med. 328, 412; 1993) perché:

6 non aumenta il rischio di complicanze chirurgiche

6 diminuisce il tempo di malattia

6 il 25%dei casi « raffreddati » richiede trattamento chirurgico d’urgenza

per complicazioni

6 si hanno recidive durante le 6 settimane di attesa.

Può essere fatta in laparoscopia, specie nelle prime 48 h, quando

la reazione flogistica è minore, anche se c’è una percentuale più

alta (30%) di conversione in laparotomia (The Wasch. Manual

of Surg. 1997)(Nahrwold, Current Therapy 1998).

c) Colangite:

Consigliata la Tobramicina (1 mg/Kg/8 h)!Ampicillina 1 gr/6

h. La Clindamicina va aggiunta se si sospetta un’infezione severa

(300-600 mg/8 h). Utili anche le Ureido-penicilline, il Cefotetan,

il Ceftriaxone e il Metronidazolo (vedi cap. 19).

Con tale approccio si ha risoluzione nel 90% dei casi.

Se non c’è miglioramento dopo 24 h di terapia antibiotica è consi-gliata

una decompressione biliare per sfinterotomia endoscopica.

d) Terapia cronica:

1) Trattamento chirurgico

Non trattare i casi asintomatici (Friedman, Current Med. Diag.

Treat. 1998) specialmente in età 7 60 anni o con patologie associa-te

che aumentano il rischio chirurgico. Eccezioni: bambini e pazien-ti

affetti da drepanocitosi, calcoli 7 2,5 cm, colecisti a porcellana

(rischio di degenerazione neoplastica), previsione di un trapianto e

in caso di reperto occasionale durante una laparotomia (Philosophe,

The Wasch. Manual of Surg. 1997).

In caso di complicanze è indicata la colecistectomia (Nahrwold,

Current Therapy 1998).

La probabilità di divenire sintomatici è del 2% per anno e si

riduce all’1% per anno dopo 10 anni. Il rischio di complicanze

gravi è dello 0,2% per anno e di cancerizzazione lo 0,05% per

anno per i pazienti 7 65 anni.

Nei sintomatici: vedi tabella pag. 438.

Cura i dolori nel 95% dei casi e la dispepsia nel 75% (Nakeeb,

Current Therapy 1997).

La colecistectomia per via endoscopica richiede ricoveri più

brevi, provoca meno dolori, è gravata da complicanze nel 5%

dei casi nei quali si procede con la tecnica tradizionale. Quando

è possibile (95% dei casi) è di scelta (Willis, The Wasch. Manual

of Med. Ther. 1998)(Nahrwold, Current Therapy 1997)(Friedman,Current Med. Diag. Treat. 1998). Controindicazioni: peritonite

generalizzata, colangite, shunt ventricolo-peritoneale (Philosophe,

The Wasch. Manual of Surg. 1997). Ha ridotto l’interesse per

la litotrisia e i solventi.

2) Solubilizzanti dei calcoli biliari

Negli ultimi anni hanno perso molta importanza (Nahrwold, Current

Therapy 1998).

L’acido chenodesossicolico e l’acido ursodesossicolico Deursil cps 50-150-

300 mg, sali biliari dell’organismo, possono portare alla dissoluzione dei

calcoli di colesterina. Dosi « cheno »: 15 mg/Kg/die, « urso »: 9 mg/Kg/die.

L’impiego è da limitare ai calcoli con caratteristiche ideali per la disso-luzione

che sono presenti solo nel 15% dei pazienti (calcoli radiotrasparenti

di diametro inferiore a 10 mm, colecisti opacizzata alla colecistografia per

os, pazienti non obesi con sintomatologia modesta).

La percentuale di successo in questi casi è del 50-60% ma con recidive

a 5 anni del 50-60% (Friedman, Current Med. Diag. Treat. 1998)(Nahrwold,

Current Therapy 1998).

Efficaci nel 90% se diametro 6 5 mm e 50% se tra 5 e 10 mm (Philosophe,

Wasch. Manual of Surg. 1997) dei calcoli di colesterina puri e inefficaci

negli altri tipi.

Per i minori effetti collaterali, in particolare la diarrea, si preferisce l’acido

ursodesossicolico (Willis, The Wasch. Manual of Med. Ther. 1998).

Agiscono diminuendo la concentrazione biliare del colesterolo.

A livello ematico provocano una diminuzione dei trigliceridi e, in misura

molto inferiore, del colesterolo, aumento delle LDL (il chenodesossicolico).

Sono dotati di molti effetti collaterali: diarrea nel 30% (in particolare il

chenodesossicolico), crampi addominali, nausea, aumento delle transaminasi

(il chenodesossicolico), anomalie fetali ed epatiche (nella scimmia) e un’e-patotossicità

non può essere esclusa, specie per trattamenti di durata

superiore ai due anni.

Numerose sono pure le controindicazioni: cistifellea malfunzionante, coleci-stite,

ostruzione parziale o totale del coledoco, colangiti, epatiti acute o

croniche, cirrosi, malattie gastrointestinali, insufficienza renale, gravidanza,

contraccezione insufficiente, calcoli di diametro superiore a 1,5 cm, calcoli

piccoli che occupano più del 50% della colecisti, calcoli non colesterinici

o colesterinici ma ricchi di calcio.

Indicazioni: calcolosi colesterinica in pazienti anziani o con controindicazioni

alla chirurgia o che rifiutano l’intervento o in associazione alla litotrisia

(Johnston, New Engl. J. Med. 328, 412; 1993).

3) Solventi topici

6 Il MTBE (metil-ter-butil etere) per applicazione topica determina una

dissoluzione che inizia entro 15 h (Giurgiu, Current Therapy 1995). È attivo

sui calcoli di colesterina e ha recidive uguali ai solubilizzanti (Nakeeb, Current

Therapy 1997).

Se inserito nella colecisti non dà grossi problemi, ma inserito nelle vie biliari,

può arrivare in duodeno ed essendo un anestetico generale può dare anestesia

generale, emolisi e duodenite.

6 Monoctanoina Moctanin (non in commercio in Italia) viene inserito

all’interno delle vie biliari tramite un catetere percutaneo transepatico o in

un tubo di Kerr o un catetere posizionato per via endoscopica.Ottiene dissoluzione nel 26% dei casi e riduzione di volume nel 20%.

Effetti collaterali: dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, sono stati

segnalate anche emorragie intestinali, sepsi, pancreatite, morte.

La dissoluzione inizia dopo 7-10 giorni.

Impiegabile in pazienti sintomatici con calcoli radiotrasparenti 7 30 mm

e/o in numero 7 3 non altrimenti trattabili.

4) Litotrisia

La colecistectomia per via laparoscopica ne ha ridotto molto l’impiego

(Nahrwold, Current Therapy 1998).

Per la trattazione vedi cap. 55. Richiede anestesia generale o epidurale

(ESWL). Con i più recenti litotritori non è indispensabile l’anestesia. È im-piegabile

solo nel 25-30%dei casi (Johnston, New Engl. J. Med. 328, 412; 1993).

Requisiti per l’indicazione

1) Anamnesi positiva per coliche biliari.

2) Presenza nella colecisti di un calcolo unico, radiotrasparente, di dia-metro

superiore a 5 mm ma inferiore a 30 mm; oppure presenza di due-tre

calcoli radiotrasparenti di massa simile.

3) Visualizzazione della colecisti mediante la colecistografia orale.

4) Identificazione della calcolosi colecistica con l’ecografia e successivo

posizionamento del calcolo in corrispondenza del fuoco delle shock waves.

5) Possibilità di indirizzare le onde d’urto su tragitti che evitino i tessuti

polmonari e ossei.

6) Assenza di: a) colecistite acuta, colangite, ostruzione biliare o calcoli

delle vie biliari, b) ulcere gastroduodenali, c) pancreatite acuta, d) alterazioni

dell’emostasi o terapia con anticoagulanti, acido acetilsalicilico o altri FANS,

e) di aneurismi o di cisti sul tragitto delle onde d’urto, f) gravidanza.

7) Consenso scritto informato.

In associazione vengono impiegati l’acido chenodesossicolico

o ursodesossicolico (7 mg/Kg/die), iniziati 12 gg prima e con-tinuati

fino a tre mesi dopo la scomparsa, si ha dissoluzione

dei calcoli nel 30% dopo due mesi, nel 63% dopo 8 mesi e nel

91% dopo 18 mesi. Altri riportano risultati utili solo nel 20-50%

dei casi con il 10% di recidive entro un anno e complicanze nel

35% dei casi. Gli iniziali entusiasmi si sono ridotti (Giurgiu,

Current Therapy 1995).

La litotrisia può essere ripetuta.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">13. REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO

A) Terapia posturale

Elevare la testata del letto di 20-25 cm, i cuscini sono contro-indicati.

Evitare cinture e abiti stretti, il clinostatismo, gli sforzi

fisici in fase post-prandiale precoce e il fumo (2 sigarette in 20’

riducono del 50% il tono dello sfintere esofageo inferiore).

B) Terapia dietetica

Fare pasti piccoli e frequenti, ridurre al minimo i grassi e i fritti

(ritardano lo svuotamento gastrico) ed aumentare l’apporto pro-teico (latte scremato e derivati, manzo, prosciutto magro, pesce

ecc.), non assumere cibi irritanti e che riducono il tono dello sfin-tere

(caffè, the, alcool, coca-cola, pomodori, agrumi, menta, ciocco-lata)

subito prima di coricarsi (Ireland, Current Therapy 1998).

Non coricarsi nelle prime 3 h dopo i pasti (McQuaid, Current

Med.Diag.Treat.1998). Normalizzazione del peso in caso di

eccesso ponderale (McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998).

C) Terapia farmacologica

I cicli terapeutici saranno più lunghi che in caso di ulcera peptica

e non inferiori a 12 settimane.

6 Evitare, se possibile, i farmaci che favoriscono il reflusso

quali gli antispastici, i teofillinici, i b bloccanti, i nitroderivati,

i calcio antagonisti, la papaverina, le benzodiazepine e certi con-traccettivi

orali sequenziali contenenti progestinici.

6 Antiistaminici H2 . Sono di prima scelta. Efficaci nel 70-90%

dei casi (vedi cap. 41) ma occorre una terapia cronica per evitare

le recidive (McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998).

6 Cisapride Prepulsid (vedi cap. 40) alle dosi di 10 mg 30’

prima dei pasti e di coricarsi (Ireland, Current Therapy 1998).

6 Inibitori della pompa protonica (vedi cap. 41).

Hanno un’azione più intensa e rapida degli antiistaminici

(Willis, The Wasch. Manual of Med. Ther. 1998).

6 Risultati non ottimali si ottengono con i parasimpaticomi-metici,

la Metoclopramide e il Domperidone.

6 Antiacidi: efficaci ma di breve durata (1 h), Gaviscon cps

associazione alginato-antiacido. All’interno dello stomaco si

forma un gel galleggiante che rimane in prossimità del cardias

ed è uno dei primi componenti del reflusso a venire in contatto

con la mucosa esofagea (attenzione all’alto contenuto in sodio).

D) Terapia chirurgica

È indicata solo dopo il fallimento di ogni tentativo di terapia me-dica

(5-10% dei casi), esofagite erosiva, refrattaria, stenosi eso-fagee,

esofagite di Barret. La fundoplicatio o endoscopica

sembra la tecnica preferibile (McQuaid, Current Med. Diag.

Treat. 1998).

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">14. ERNIA IATALE

Ricercare la presenza di reflusso esofageo.

Indicazioni all’intervento:

- reflusso esofageo che non risponde a terapia medica (vedi par. 15)

- ulcera peptica- emorragia anche microscopica ma persistente che provoca anemizza-zione

- stenosi.

Secondo alcune casistiche soltanto l’1,5% delle ernie iatali ri-chiede

trattamento chirurgico.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">15. ACALASIA

Non essendo possibile ripristinare la normale motilità esofagea,

il trattamento sarà rivolto alla riduzione del tono dello sfintere

esofageo inferiore. Dilatazioni strumentali, allo scopo di lacerare

le fibre muscolari dello sfintere esofageo inferiore, possono dare

risultati positivi nel 75% dei casi con 30% di recidive che po-tranno

essere trattate con successo nel 50%dei casi (Truszkowski,

Current Therapy 1997).

Le dilatazioni possono essere fatte con dilatatori meccanici,

idrostatici e pneumatici; questi ultimi sono di scelta (Kahrilas,

Current Therapy 1998) e hanno permesso di ridurre la percentuale

di perforazione al 2%, hanno la stessa efficacia della terapia

chirurgica e vengono fatte con una pressione di 160-200 mmHg

per 30’’-60’’ ripetibile (Truszkowski, Current Therapy 1997).

La terapia chirurgica viene riservata ai casi che non si sono gio-vati

di 2-3 dilatazioni pneumatiche o quando queste non sono

applicabili (McQuaid, Current Med. Diag. Treat. 1998).

L’intervento, che consiste in un’esofagomiotomia a cui molti

associano una fundoplastica per diminuire il reflusso gastro-esofageo,

è richiesto nel 20-25% dei casi (McQuaid, Current

Med. Diag. Treat. 1998) ed è efficace nel 90% dei casi.

Nei casi in cui le dilatazioni falliscono e la chirurgia è controin-dicata

si può ricorrere alla terapia farmacologica la Nifedipina

Adalat , il Diltiazem Dilzene (vedi cap. 5) e l’Isosorbide dinitrato

Carvasin (vedi cap. 25) alle dosi di 1-2 cpr 20’ prima dei pasti,

ma i risultati a lungo termine non sono soddisfacenti (Kahrilas,

Current Therapy 1998).

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">16. SPASMO ESOFAGEO

- Rassicurare il paziente. Evitare stimoli scatenanti: bibite

troppo calde o fredde, gassate, cibi non ben masticati ecc.

Terapia causale e/o del reflusso esofageo (Truszkowski, Current

Therapy 1997).

- qualche beneficio, anche se scarso, può essere ottenuto con

la terapia medica a base di nitrati, calcio antagonisti, anticoliner-gici e tranquillanti tipo Trazodone Trittico 100-150 mg/die

(Shaker, Current Therapy 1995) (vedi par. prec.)

- se è presente reflusso vedi par. 14

- solo in casi rari è richiesta la dilatazione pneumatica (che

viene praticata con modalità diverse che per l’Acalasia che

interessa solo lo sfintere) o l’Esofagomiotomia che viene riservata

ai casi refrattari (vedi par. 16).

Le consulenze mediche online di Anibaldi.it

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">17. DIVERTICOLOSI

o Per approfondire: Ferzoco, New Engl. J. Med. 338, 1521; 1998.

Sopra i 50 anni è presente in oltre il 50% dei pazienti (Albright,

Current Therapy 1998).

Attacco acuto o Diverticolite (20% dei casi con diverticolosi):

- Riposo.

- Dieta liquida o semiliquida nei casi più leggeri; alimentazione

parenterale nei casi più impegnati (Albright, Current Therapy

1998).

Nessun regime terapeutico ha dimostrato di poter cambiare la

storia naturale della malattia.

- Antidolorifici: nei casi più lievi si potrà somministrare un

antispastico; nei casi più gravi si potrà ricorrere alla meperidina

ma non alla morfina, che aumenta la pressione colica (Ferzoco,

New Engl. J. Med. 338, 1521; 1998).

- Antibiotici: nei casi più lievi 7-10 gg di Ampicillina 500 mg/6

h o Amoxacillina 1 gr/8 h per os o Metronidazolo 500 mg/8

h associato a Ciprofloxacina 500 mg/12 h o Cotrimoxazolo 960

mg/12 h (Ferzoco, NewEngl. J. Med. 338, 1521: 1998)(McQuaid,

Current Med. Diag. Treat. 1998) e nei casi più gravi aminoglicosidi

e/o cefalosporine di terza generazione tipo Cefoxitina 2 gr/8

h e/o Metronidazolo o Clindamicina (vedi cap. 19) per 7-10 gg.

La risposta c’è dopo 3-4 gg.

- Anche se l’80% è trattabile con terapia medica (Albright,

Current Therapy 1998) è utile una consulenza chirurgica, spe-cialmente

in caso di mancata risposta in 72 h alla terapia e di

complicanze: ascesso, fistola, perforazione, sanguinamento,

volvolo e diverticolite.

La chirurgia viene eseguita di elezione nei pazienti 6 50 anni

dopo il primo episodio e nei pazienti 7 50 anni se il primo

episodio è stato grave (Clearfield, Current Therapy 1996).

- Emorragie sono abbastanza frequenti (10% dei casi) specienella parte destra (80%). Il 90% si ferma da solo (McQuaid,

Current Med. Diag. Treat. 1998).

Dopo un episodio le recidive si hanno nel 25% dei casi e dopo

due nel 50% (Haubrich, Current Therapy 1997).

La terapia è a base di vasopressina intraarteriosa (vedi cap.

45 par 4) ed è efficace nel 90% (Willis, The Wasch. Manual of

Med. Ther. 1998), dei casi (McQuaid, Current Med. Diag.

Treat. 1998) ma si hanno recidive nel 50% dei casi. Se non c’è

risposta è indicata l’embolizzazione con rischio di infarto

intestinale o l’intervento chirurgico o istillazione endoscopica

di adrenalina o alcool puro (Haubrich, Current Therapy 1997).

Terapia cronica:

Nell’80% dei casi la malattia è asintomatica e non richiede

terapia, nel 20% sintomatica, nel 16% richiede terapia medica

e nel 4% terapia chirurgica (Ferzoco, New Engl. J. Med. 338,

1521; 1998). Utile un aumento delle fibre vegetali nella dieta

(Ferzoco, New Engl. J. Med. 338, 1512; 1998), contrariamente

a quanto creduto in passato (Haubrich, Current Therapy 1997):

crusca 10-25 gr/die, pane integrale, frutta (banane, pesche, pere,

mele, arance, prugne), vegetali (carote, rape, lattuga). Aumentano

la massa fecale e la pressione nel sigma, riducono i sintomi.

Utili anche i lassativi di massa e il lattulosio (vedi cap. 40).

Gli anticolinergici non sono efficaci nei diverticoli del colon

spastico; gli analgesici tipo morfina sono controindicati perché

aumentano la pressione intraluminale, utile la Meperidina.

Evitare noci, pop-corn, pomodori, meloni, uva, fichi, fragole,

lamponi, sedano crudo.

y pt;mso-bidi-font-size:10.0pt; font-family:Arial;mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-ansi-language: IT">18. EMORROIDI

6 Igiene locale: lavaggi ripetuti con acqua tiepida per 15’ arre-cano

sollievo e sono utili per l’igiene.

6 Evitare, per quanto possibile, una vita sedentaria, la stipsi

(vedi cap. 40) e quei cibi che vengono riconosciuti nocivi dal pa-ziente.

Utile una dieta ricca di fibre (Beck, Current Therapy 1997).

6 Unguenti ad uso locale sono preferibili alle supposte che van-no

nel retto (Billingham, Current Therapy 1998). Possono

portare qualche beneficio anche se transitorio, es.: Lasonil-H

e in caso di dolori Doxiproct.

6 Terapia chirurgica, la legatura con elastici è di scelta nelle

emorroidi interne ma non nelle esterne; controindicazioni:

fistola anale e ascesso (Chiu, Current Therapy 1996). L’efficacia

nelle forme di 1º e 2º grado è del 90%.Sclerosanti: sono meno impiegate, 20% di recidive in 5 anni.

Gli entusiasmi per la crioterapia si sono affievoliti perché non

è indolore, determina evacuazioni puzzolenti per varie settimane

e non è scevra da complicazioni quali emorragie, stenosi ecc.

Né la crioterapia, né il laser sono superiori al trattamento con

gli elastici e sono più costosi (Billingham, Current Therapy 1998).

La legatura con elastici ha una recidiva a 5 anni del 15-20%

ma è ripetibile (Billingham, Current Therapy 1998).

Il trattamento chirurgico tradizionale rimane di scelta nelle

forme più avanzate e complicate con recidive del 2-5% (Beck,

Current Therapy 1997).

Nel caso di tromboflebite occorre asportare, nelle prime 48 h,

l’emorroide interessata. La semplice incisione e svuotamento

non è consigliabile per l’alta percentuale di recidive e aggrava-mento

dei sintomi (Billingham, Current Therapy 1998).

 

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